BENZODIAZEPINE: EFFETTI TOSSICOLOGICI E COMPORTAMENTALI Giovanni Giannelli (1), Gianluca Smeraldi (2), Lidia Agostini (3), Marusca Stella (3) (1) Psichiatra. Primario in Medicina delle Farmacodipendenze, (2) Psicologo, (3) Psicologa. Specializzata in Dipendenze Patologiche.
Introduzione Le benzodiazepine sono una classe di sostanze psicoattive introdotte nel 1960 per il trattamento dellansia e dei disturbi del sonno. La prima molecola sintetizzata fu il clordiazepossido, a cui seguì la sintesi di diazepam che fino alla metà degli anni ottanta fu la benzodiazepina più prescritta nel mondo. Oggi sul mercato esistono almeno 16 tipi diversi di benzodiazepine, che differiscono fra loro per velocità nellindurre leffetto psicoattivo e per la durata dello stesso. Le benzodiazepine ad azione breve, usate principalmente per la cura dellinsonnia, includono estazolam, oxazepam e triazolam. Le benzodiazepine ad azione intermedia-breve più utilizzate comprendono alprazolam e lorazepam. Le sostanze ad azione più prolungata, fra le quali le più utilizzate sono diazepam, clordemetildiazepam e prazolam, vengono impiegate principalmente nel trattamento generale dellansia. Il midazolam è disponibile solo in forma iniettabile per essere utilizzato in aggiunta allanestesia. Il clonazepam è raccomandato per il trattamento delle crisi di panico. Il flunitrazepam, che produce effetti simili al diazepam, è diventata popolare come droga di abuso. Labuso di benzodiazepine è frequente fra i giovani che assumono la sostanza insieme ad altre droghe. Coloro che assumono cocaina o eroina assumono benzodiazepine ed altri depressivi per aumentare leffetto acuto di tali sostanze. I soggetti dipendenti da alcool e oppioidi sono a più alto rischio di abuso e dipendenza da benzodiazepine. Spesso i pazienti in cura disintossicante per lalcool o che seguono una terapia di metadone incominciano ad abusare di benzodiazepine. Effetti acuti In generale le benzodiazepine agiscono come ipnotici a dosi elevate, come ansiolitici in dosi moderate e come sedativi a basse dosi. Lassunzione di benzodiazepine in dosi elevate determina sedazione massiccia e può compromettere la lucidità mentale e la coordinazione motoria. Le benzodiazepine hanno un effetto inibitorio generalizzato nel sistema nervoso centrale (SNC) attraverso laumento di acido gamma amino butirrico (GABA). A differenza dei barbiturici che determinano un aumento di GABA attraverso un effetto aspecifico sugli ioni Cloro (Cl-) della membrana sinaptica, le benzodiazepine si legano ad uno specifico recettore [1]. La presenza di un recettore specifico per le benzodiazepine nel SNC indica la presenza di un neurotrasmettitore endogeno che si lega a tali siti, del quale la sostanza imita lattività. Tale neurotrasmettitore endogeno deve ancora essere isolato [1]. Il recettore per le benzodiazepine è associato al recettore GABA-A. Il recettore GABA-A è un complesso proteico etero-oligomerico composto da recettori per il GABA e per le benzodiazepine, associato ad un canale del Cloro. La stimolazione del recettore per le benzodiazepine aumenta la frequenza di apertura dei canali ionici del cloro in risposta al legame fra il GABA ed il recettore GABA-A [2]. Inoltre le benzodiazepine aumentano la quantità dei legami fra il GABA ed il suo recettore, mentre la presenza di GABA aumenta il legame delle benzodiazepine con il loro recettore. Leffetto globale della presenza delle benzodiazepine nel sistema nervoso centrale è un incremento delleffetto dellattività del GABA sul recettore GABA-A e laumento dellattività GABA-ergica. Tale azione determina effetti comportamentali come sedazione ed effetti ansionlitici conseguenti allassunzione di tali sostanze. Le benzodiazepine, così come lalcool e gli oppiati, interagiscono con il sistema noradrenergico abbassando lattività del Locus Coeruleus, un nucleo localizzato nella parte caudale del ponte che contiene circa il 50% dei neuroni noradrenergici del SNC. Il locus Coeruleus contiene i recettori per le benzodiazepine, attraverso i quali la sostanza determina una riduzione del turnover noradrenergico. Lattività ansiolitica della sostanza potrebbe essere legata anche alla sua azione farmacologica sul recettore per la serotonina 5-HT3 a livello dei nuclei del Rafe, una struttura mesencefalica prevalentemente serotoninergica che proietta al Locus Coeruleus esercitando unazione inibitoria sul sistema noradrenergico. In studi condotti su animali con il paradigma dellautosomministrazione, si nota che il livello di autosomministrazione della sostanza è inferiore a quello dellautosomministrazione di barbiturici [3, 4]. ]. Ciò significa che esiste un effetto di rinforzo positivo della sostanza che rende più probabile la successiva ricerca della sostanza dopo la somministrazione, ma tale effetto di rinforzo è inferiore a quello per i barbiturici. La somministrazione delle benzodiazepine per via orale non determina autosomministrazione negli animali [4]. Studi su umani mostrano che le benzodiazepine determinano un comportamento di preferenza modesto ed i soggetti preferiscono i barbiturici alle benzodiazepine. [3, 4]. Siccome le benzodiazepine interagiscono con il sistema GABA-ergico, è possibile che le sue proprietà di rinforzo siano dovute ad un meccanismo simile a quello per lalcool, che coinvolge principalmente il sistema dopaminergico. In altre parole, così come per lalcool, laumento dellattività dei neuroni dopaminergici potrebbe essere una conseguenza dellaumento dellinibizione GABA-ergica su altri sistemi inibitori che determinano una diminuzione dellattività dopaminbergica dei neuroni dellarea tegmentale ventrale nel tronco dellencefalo. La diminuzione dellinibizione GABA-ergica sui sistemi che inibiscono la produzione di dopamina ha come conseguenza un aumento dellattività dopaminergica stessa, con conseguente effetto di rinforzo. Inoltre le proprietà ansiolitiche della sostanza probabilmente contribuiscono allinstaurarsi di un meccanismo di rinforzo psicologico. Loverdose da benzodiazepine di solito non provoca la morte se il farmaco è assunto singolarmente, senza assumere altre sostanze contemporaneamente. Lesito può essere fatale, invece, se loverdose da benzodiazepine avviene quando esse sono assunte in combinazione con alcool ed altre droghe che deprimono lattività del SNC. Effetti cronici Dopo una terapia con le benzodiazepine prolungata nel tempo si possono verificare una serie di effetti tossici a carico del SNC, che determinano, a livello comportamentale, un certo numero di sintomi tipici che includono emicrania, irritabilità, confusione, deficit di memoria, depressione, insonnia e tremore. Lassunzione prolungata di benzodiazepine determina tolleranza ai loro effetti terapeutici e ad altri effetti comportamentali [5, 2]. Ciò significa che, a parità di dose assunta, tali effetti diminuiscono di intensità in funzione del tempo di assunzione. Tale effetto può essere determinato dalla riduzione dellattività GABA-ergica come risultato della desensibilizzazione del recettore per le benzodiazepine dovuto ad una prolungata esposizione alla sostanza [2]. La tollleranza al farmaco, comunque, è blanda ed a dosi terapeutiche molti pazienti non necessitano di aumentare la dose del farmaco assunta per mantenere gli stessi effetti ansiolitici. La cessazione improvvisa dellassunzione prolungata di benzodiazepine può portare ad una serie di disturbi a carico del sonno, problemi gasrointestinali, sensazione di malessere, perdita di appetito, ansia, disturbi percettivi come alterazione della soglia sensoriale per le luci, i suoni e gli odori. In rari casi, dopo assunzione prolungata di alte dosi, si verificano psicosi e convulsioni. La gravità dei sintomi conseguenti allastinenza è, di solito, più marcata per le benzodiazepine che sono eliminate dal corpo più velocemente, come il triazolam e lalprazolam, che per quelle eliminate più lentamente, come il diazepam. La dipendenza dal farmaco è rara in quei pazienti che la utilizzano per diverso tempo al fine di curare alcune patologie croniche, come panico, fobie sociali o agorafobia. In soggetti che abusano di più droghe o in cura con terapia di metadone contro labuso di eroina, si instaura una forma di dipendenza psicologica alle benzodiazepine, dovuta principalmente agli effetti ansiolitici della sostanza. Anche a dosi terapeutiche lassunzione prolungata della sostanza può dare origine ad una forma di dipendenza fisica. Così come per lalcool e per i barbiturici subentra una sindrome dastinenza dopo cessazione dellassunzione cronica, dovuta principalmente ad un decremento dellattività GABA-ergica e caratterizzata da un aumento dellansia ed insonnia. In generale durante lastinenza si verificano gli stessi sintomi che hanno richiesto il trattamento con la sostanza. In conseguenza di una massiccia dipendenza, durante la sindrome dastinenza possono comparire tremori, insonnia in forma più grave e deliri. Durante lastinenza da benzodiazepine, come in quella da oppiati o alcool, lansia cresce parallelamente allaumento di attività del Locus Coeruleus. Ciò è dovuto principalmente alla desensibilizzazione dei recettori per le benzodiazepine che determina un aumento dellattività noradrenergica. Dato che è dimostrato che un aumento dellattività del Locus Coeruleus conseguente a stimolazione chimica o elettrica negli animali determina un aumento dellansia e dellarousal, è possibile che le conseguenze comportamentali della sindrome dastinenza dalle benzodiazepine siano determinati da un aumento dellattività noradrenergica nel Locus Coeruleus conseguente a desensibilizzazione del recettore per le benzodiazepine. Riferimenti bibliografici
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