Il
modulo di rilevazione e correzione dell'intensità della luce
Il
modulo MLU computa il valore di illuminazione medio dei due pattern
sensoriali, lo confronta con l'illuminazione media dei pattern di addestramento
della rete e corregge l'eccesso di attivazione sulle matrici di Kohonen,
per filtrarle di ogni componente che non siano quelle relative alle
caratteristiche spaziali della fonte di luce.
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Figura
1. Modulo di calcolo dell'intensità globale della luce
MLU. Il neurone N2 ha un valore pari alla intensità
luminosa di base, quella cioè dei pattern di esempio. I
neuroni di ingresso N1 e quello di uscita del modulo hanno funzioni
di trasferimento tali per cui l'attivazione di uscita è
la media di quelle di entrata.
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L'informazione
mappata sulla matrice di Kohoneni binoculare è analogica a quella
spaziale reale; vediamo ora se ed in che modo è analogica
all'intensità della luce che colpisce i due occhi.
Fino ad ora, infatti, avevamo considerato dei pattern i cui recettori
avevano valore zero se appartenevano alla zona in ombra e uno se si
trovavano nella zona illuminata e valori intermedi, proporzionali alla
quantità di luce che colpiva ogni singolo recettore, nelle zone
di confine fra luce ed ombra.
Proviamo a considerare il fatto che la luce abbia intensità variabile:
una luce più intensa determinerà un innalzamento sia del
valore dei recettori esposti direttamente ad essa nella zona illuminata,
sia di quelli della zona in ombra, per il fenomeno della diffusione
della luce. Anche se ciò non corrisponde esattamente a quello
che capita nella realtà, per ragioni legate alla chiarezza espositiva,
si assume che l'aumento del valore dei recettori della zona di luce
sia equivalente a quello dei recettori della zona d'ombra e, quindi,
la differenza massima fra il valore del recettore più attivo
e quello meno attivo sia sempre uno; allo stesso modo assumiamo che
tale aumento sia equivalente anche nei recettori che occupano posizioni
di confine fra la zona illuminata e la zona in ombra della sfera formata
dai due occhi.
Un'ipotesi che si può formulare, date le caratteristiche delle
matrici di Kohonen, è che l'energia totale dei recettori abbia
una ripercussione immediata sulle mappe delle matrici. In altre parole
aumentando la luce totale aumenterebbe anche
il valore delle attivazioni delle matrici di Kohonen. Per
un'altra caratteristica della rete di Kohonen, cioè quella di
avere i neuroni con una funzione di trasferimento lineare, ci si può
aspettare che non solo aumenta l'attivazione dei neuroni delle matrici
aumentando l'intensità della fonte di luce, ma che tale aumento
è proporzionale all'incremento dell'intensità in modo
lineare.
Nei sistemi biologici esistono delle
connessioni dirette fra la retina ed alcuni centri non specifici per
la funzione visiva: Per esempio fra la retina ed il nucleo soprachiasmatico
che sembra che siano importanti per sincronizzare i cicli circadiani
con il ciclo luce-buio. E' plausibile pensare, pertanto, che queste
connessioni portino informazioni relative alla luce totale diffusa.
Ancora una volta proviamo ad emulare i sistemi biologici e costruiamo
delle connessioni dirette fra i recettori della retina ed un modulo
che ne estragga l'informazione relativa alla luce diffusa.
Procedura
per la normalizzazione delle matrici di Kohonen rispetto alla
luce
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1.
Si calcola la media dell'attivazione dei recettori per ognuno
dei due pattern sensoriali;
2.
Si calcola la media delle medie relative ai due pattern e si trova,
in tal modo, la luminosità globale.
3.
Si sottrae la luminosità di base relativa ai pattern di
addestramento (che ha valore 1) alla luminosità attuale;
4.
si inibiscono (si sottrae da) le componenti delle matrici di Kohonen
di una quantità equivalente a quella calcolata al punto
3.
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La
procedura completa per correggere le matrici ed eliminare dalle sue
componenti l'attivazione "intrusa" relativa all'intensità
della luce è descritta sopra. In generale si può dire
che il principio di funzionamento della correzione è il calcolo
dell'attivazione globale dei recettori, il confronto con l'attivazione
di base e l'inibizione sui neuroni delle matrici di una quantità
pari alla differenza fra l'attivazione globale attuale e quella di base
relativa ai pattern di addestramento per le matrici di Kohonen.
L'architettura del modulo in questione è illustrata nella figura
1 MLU. I neuroni di ingresso N1 di tale modulo ricevono l'eccitazione
proveniente da tutti i recettori del pattern sensoriale relativo, le
somma e le trasferisce in uscita con un valore che è un ventiquattresimo
della sua attivazione: questa funzione di trasferimento restituisce
in uscita di ogni neurone N1 la media degli ingressi costituiti dai
recettori sensoriali, che sono appunto 24 per ogni pattern. Anche il
neurone di uscita, che trasferisce la metà del valore di ingresso,
fa la media delle attivazioni di input; l'inibizione di 1 del neurone
N2 il cui valore sta per l'intensità di base, quella cioè
relativa ai pattern di addestramento delle reti di Kohonen W e W', è
proprio sul valore trasferito dal neurone. Il valore risultante sarà
il valore delle connessioni inibitorie sulle componenti attive delle
matrici (figura 1, K).