ANT
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Il modulo dell'azimut Il sole si può considerare un punto di riferimento fisso in modo relativo ma durante il giorno la sua posizione assoluta varia in funzione del tempo. Infatti il corso del suo movimento è caratterizzato da uno spostamento sia sul piano dell'azimut sia su quello dell'elevazione.
Il
sole si muove sul piano dell'azimut da est ad ovest con una velocità
angolare di 15° all'ora. Tale velocità però varia
in funzione dell'ora del giorno: essa è di circa 10° all'ora
all'alba e al tramonto e raggiunge i 47° all'ora a mezzogiorno durante
il periodo estivo. Il corso del sole sul piano dell'azimut varia in
funzione della latitudine e della stagione. Nel nostro ambiente artificiale
simuleremo il movimento del sole come si presenta a 40° di latitudine
nord in estate, in prossimità del solstizio estivo (figura
1, curva superiore). Il sole inoltre, a seconda dell'ora del giorno, ha una diversa elevazione sull'orizzonte. E' esperienza comune il fatto che il sole è basso all'alba, raggiunge la massima elevazione a mezzogiorno e ritorna basso al tramonto. L'asse y del grafico di figura 1 rappresenta questa caratteristica. Anche il corso dell'elevazione dipende dalla stagione e dalla latitudine. Nella latitudine e nel periodo dell'anno che prenderemo in considerazione l'elevazione massima del sole è di circa 75 gradi.
Vediamo
ora come conferire alla fonte di luce del nostro ambiente artificiale
le stesse proprietà del sole. Il riquadro a della figura 2 mostra
l'ambiente artificiale di ANT. Nel riquadro a, la fonte di luce L è
fissa sul piano Az, su cui si muove l'agente. Il riquadro b mostra quello
che sarà l'ambiente artificiale dell'agente per simulare le
caratteristiche dell'ambiente reale. La fonte di luce L si muoverà
con un movimento T che sommerà le componenti azimut - elevazione
in funzione del tempo, riproducendo il movimento del sole, rispetto
al sistema di riferimento assoluto. Veniamo ora all'agente artificiale ANT. Data la rapidità dei suoi spostamenti angolari rispetto al movimento del sole, infatti, l'azimut sembra una direzione fissa in assoluto. Il movimento di 15 gradi all'ora è troppo lento per essere colto istante per istante, in quanto la direzione dell'azimut della fonte di luce rispetto al sistema di riferimento egocentrico varia rapidamente in corrispondenza del movimento dell'agente. Il punto cruciale, però, è che il movimento del sole è altamente prevedibile, in quanto è sempre lo stesso. Seguiremo l'indicazione di GALLISTEL (1990), secondo la quale gli insetti avrebbero un SISTEMA ENDOGENO di correzione della variazione assoluta dell'azimut del sole. L'agente artificiale sarà dotato di un tale sistema per correggere gli effetti dello spostamento dell'azimut del sole. Simulazione di un'interfaccia fra il sistema visivo e quello endogeno Se
la fonte di luce è fissa, la sua direzione rispetto al sistema
di riferimento egocentrico cambierà solo in relazione allo spostamento
angolare dell'agente che lo ruota. Il modello
vettoriale proposto può essere applicato solo a questo
caso. In altre parole la direzione assoluta della fonte di luce deve
essere sempre costante perchè funzioni il modello vettoriale.
Lo
spostamento dell'azimut del sole è prevedibile. Altrettanto
prevedibile sarà lo spostamento angolare dell'azimut della fonte
di luce nell'ambiente artificiale. Consideriamo la figura 3. Il cerchio
ombreggiato P è il piano bidimensionale su cui si muove l'agente,
mentre T è il percorso della fonte di luce proiettato su tale
piano, l'azimut. Correggere il movimento dell'azimut significa operare
in modo che esso risulti ininfluente. Supponiamo che la fonte di luce
abbia direzione L nell'istante di partenza e che la sua posizione successiva
sia L1 e poi L2. L'agente che si muove su P dovrà fare in modo
di imprimere alla sua rappresentazione della direzione attuale una rotazione
opposta alla rotazione T della luce; così quando la luce si sposta
da L ad L1, la rappresentazione della percezione attuale dovrà
essere ruotata in senso opposto di un angolo equivalente c1, mentre
quando la posizione della luce si sposta in L2 la correzione sarà
c2. Naturalmente in condizioni reali il passaggio da L ad L1 e poi ad
L2 sarà lento e graduale, così come, di conseguenza, sarà
lenta e graduale la correzione.
Il
modulo dell'azimut La
figura 4 mostra l'architettura del modulo dell'azimut MAZ. Si
osservi il alto a sinistra il quadrato ombreggiato En: quello è
il sistema endogeno e verrà escluso dalla nostra trattazione.
Si assume che esso invii al neurone ne un'attivazione proporzionale
alla rotazione della matrice. 1.
si ipotizza una connessione fra una componente spaziale della matrice
Re e quella che la precede di due posti in senso antiorario con peso
w3. In questo caso il neurone ne, nel caso di rotazioni superiori di
90 gradi, deve inibire il peso w2 di una quantità pari a quella
che eccede il suo valore di uno ed eccitare il neurone w3 di una stessa
quantità. Per esempio se la correzione è di 135 gradi
(90 + 45) il neurone ne avrà un'attivazione di 1,5, il peso w2
di 0,5 e quello w3 di 0,5. Il principio è sempre quello, solo
che ora l'attivazione di una componente di Re verrà dirottata
su quella che la precede di due posti in senso antiorario. Per rotazioni
superiori si ripete il procedimento aggiungendo una connessione fra
una componente della matrice Re e una che la precede di tre posti in
senso antiorario con peso w4. 2. La seconda soluzione è quella di moltiplicare gli strati della rete di connessioni. Costruendo una rete con quattro strati, tutti uguali a quelli della figura 4 si può avere in uscita una correzione fino ad un angolo giro di 360 gradi . Ogni strato infatti ruoterebbe di 90 gradi la matrice Re. Vi sarebbero quattro neuroni ne, uno per ogni strato, che interagisce con i pesi w1 e w2 dello strato relativo sempre nello stesso modo, come in figura 4. Ognuno di questi neuroni ne avrebbe una soglia di attivazione e un'inibizione intrinseca di un valore corrispondente allo strato a cui si trova. Se l'attivazione proveniente da En è inferiore a uno, è attivato il neurone ne dello strato uno, che ruota fino a 90 gradi. Se tale valore è superiore ad uno viene attivato sia il neurone ne dello strato uno e quello dello strato due, ma quest'ultimo è inibito di 1. In questo modo il primo strato continua a ruotare Re di 90 gradi, mentre il secondo conferisce un'ulteriore rotazione corrispondente a quanto l'attivazione proveniente da En sia superiore a 1. Se l'attivazione proveniente da En è superiore a due saranno attivati sia il neurone dello strato uno (90 gradi) sia quello dello strato due inibito di 1 (180 gradi) sia quello dello strato tre inibito di 2. In questo modo il primo strato continua a ruotare Re di 90 gradi, il secondo di altri 90 gradi , mentre il terzo conferisce un'ulteriore rotazione corrispondente a quanto l'attivazione proveniente da En sia superiore a 2. La seconda soluzione appare la più elegante e sarà quella adottata nel sistema adattivo. Ora la matrice binoculare può essere ruotata di un angolo qualsiasi in senso antiorario. In realtà l'attivazione proveniente da En sarà progressiva e sincronizzata con il senso del tempo interno per conferire alla matrice binoculare una rotazione equivalente a quella reale, ma di verso opposto. |
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